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I sentieri di Cimbricus / Rivoluzione d'ottobre, in salsa matoke
Lunedì 14 Ottobre 2019
A poche ore di distanza sono state scritte due pagine che spingono la Maratona verso territori inesplorati. Due chiavi diverse di lettura: all'alea tecnologica di Eliud Kipchoge ha risposto la sfida alla fisiologia di Brigid Kosgei.
Giorgio Cimbrico
La rivoluzione d’ottobre è una faccenda kenyana, è un doppio lavoro veloce sulla distanza più lunga, è un giorno di scoperta (un 12 ottobre colombiano e viennese, per Eliud Kipchoge) e, poco più di 24 ore dopo. è una corsa nella Città del Vento che tanto ventosa non è stata: buon per Brigid Kosgei che riesce in un’impresa non comune, strappare un record sotto gli occhi della detronizzanda: dopo Doha, Paula Radcliffe era a Chicago, dietro un microfono, per dare l’addio al vertice e ricordare che proprio lì, sulle sponde del lago, su quelle strade, aveva offerto la sua prima cavalcata disordinata e a segno: 2h17’42”.
Osservatorio / Ma quanto ci manchi, Maestro Roberto!
Domenica 13 Ottobre 2019
I grandi avvenimenti atletici, siano Mondiali o Olimpiadi, sono ormai considerati dalla stampa come eventi da “consumare” al momento, senza poi approfondite analisi e, perchè no, qualche opportuna riflessione. Che potrebbe aiutare a capire e a programmare meglio il futuro.
Luciano Barra
Si, Roberto Luigi Quercetani ci manca veramente tanto. Lui con i suoi “numeri” e con la sua sconfinata memoria storica sull’atletica avrebbe avuto molto da dire dopo Doha. Assenza che si è sentita ancora di più con il silenzio caduto dopo i Mondiali sulla stampa, sportiva o no, un silenzio assordante. Al martedì un bel pezzo del “globetrotter” Andrea Buongiovanni (ha aggiunto il debutto sulla Ginnastica, oltre al solito Rugby, arrivando così a 6 sport coperti sulla rosea) su Crippa ed un’analisi generale di Franco Fava sugli italiani e poi nulla più.
Piste&Pedane / Il rumoroso crollo di un muro posticcio
Sabato 12 Ottobre 2019
Solo un'operazione commerciale? Di certo è difficile dare credito "sportivo" all'impresa targata Nike di Eliud Kipchoge - annunciata al rullar dei tamburi come l'evento dell'anno - che resta incastonata nel regno del "costruito" e del posticcio degli investimenti economici. Noi crediamo che l'atletica è, e deve restare, ben altro.
Carlo Santi
Eliud Kipchoge ha tirato giù un muro che sembrava impossibile ma che non troverà mai un posto nell’albo dei record ufficiali. A Vienna, su un circuito intorno al Prater, il trentaquattrenne keniano ha corso la maratona in 1h59’40”. Nessun pedone era mai riuscito in una simile impresa, nessuno era mai riuscito a correre i 42 chilometri e 195 metri in meno di 2 ore.
I sentieri di Cimbricus / A che punto e' la notte
Venerdì 11 Ottobre 2019
La scelta dell'industria chimica Ineos è caduta su Vienna, sul Prater, proprio dove Graham Greene ambientò il "Terzo Uomo", per fare di Eliud Kipchoge il "primo uomo" capace di correre la Maratona in 1h59'. Ma c'entra qualcosa con l'atletica?
Giorgio Cimbrico
“A che punto è la notte’ domandava Banquo. “La luna è calata”, gli veniva risposto prima che in scena entrasse Macbeth, già divorato dall’attesa. Anche noi del popolo, spesso contiguo, dell’atletica e del rugby aspettiamo, come dice il Bardo, che la notte combatta con l’alba in un 12 ottobre di scoperta possibile di un nuovo continente: correre una maratona anche in un secondo sotto le due ore, con tutti gli aiuti del caso, “in vitro” viene da dire, magari non è atletica come la intendiamo, ma è una porta che si apre sulle possibilità umane.
Osservatorio / L'incognita Doha ora e' un successo
Giovedì 10 Ottobre 2019
Si può obiettare se i Mondiali tenuti al margine del deserto di Doha siano stati i migliori si sempre? Il dibattito è aperto, ma la partecipazione, l'insieme dei risultati tecnici e il ritorno mediatico propenderebbero per il si.
Luciano Barra
Sono contento che già il 30 Settembre SportOlimpico era intervenuto sui Mondiali 2019 con il mio articolo “Non sparate su Doha”. Ripeto, per molti motivi, ero stato contrario alla scelta di Doha ma le critiche dei primi giorni erano pesanti e non giuste. È finito che Doha ora viene classificato tecnicamente come il miglior campionato del mondo di tutti i tempi con basse temperature e bassa umidità, con produzione televisiva di ottima qualità, e la migliore Event Presentation mai vista, con Annunciatori di grande qualità. Cosa vogliamo di più? L’unico aspetto negativo, per uno come me che vive in Toscana, è stata l’assenza di vino e birra.
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