Piste&Pedane / Personaggi: Brittney ovvero ogni tanto va bene perdere
Sabato 5 Ottobre 2019
“Di solito vinco io. Sono la regina del campo, non possono battermi. Mi sento triste quando perdo. Se finisco seconda o terza in una gara, prima di andare a dormire guardo il video per vedere cosa è andato storto”.
Daniele Perboni
Tania Vicenzino e Laura Strati, miseramente naufragate nel lungo, si possono consolare pensando che non sono le sole a “piangere” per la mancata finale. Nell’arco di tre ore scarse, ben tre campioni olimpici, infatti, hanno abbandonato la compagnia: Brianna McNeal nei 100 ostacoli (Rio 2016), squalificata per falsa partenza, Thomas Rohler nel giavellotto (Rio 2016) e Brittney Reese (Londra 2012). Lo sport è una “livella”. Ma probabilmente chi maggiormente mancherà è la ragazza di Inglewood (California), 33 anni, quattro volte iridata outdoor e tre “sottotetto”: Brittney Reese, quattro volte iridata nel salto in lungo.
Piste&Pedane / Le staffette azzurre reggono il passo
Sabato 5 Ottobre 2019
Capolavoro di Davide Re che, colto il testimone in sesta posizione, ha saputo scatenarsi in dirittura agguantando il terzo posto in batteria: risultato che vale la finale e il biglietto per Tokyo.
Carlo Santi
DOHA (IX G.) – Il lampo americano della staffetta 4x100 metri ha illuminato la penultima giornata del Mondiale. Christian Coleman, Justin Gatlin, Michael Rodgers e Noah Lyles hanno ripreso il filo conduttore della grande velocità a stelle e strisce. In 37”10 hanno regolato una super Gran Bretagna (Gemili, Hughes, Kilt e Mitchell-Blake) che con 37”30 ha migliorato il già suo il primato europeo, il 37”47 ottenuto nella precedente edizione mondiale di Londra. Terzo il Giappone con 37”43, primato asiatico.
Piste&Pedane / Personaggi: Il futuro appartiene a Salwa
Sabato 5 Ottobre 2019
Determinata, disinvolta, sicura di sè, un fenomeno in assoluto. Forse l’immagine copertina di questa discussa edizione dei Mondiali, pur ricchissima di grandi individualità. Il 48” e poco più sul giro la lancia nella storia.
Carlo Santi
DOHA – Nulla è impossibile per Salwa Eid Naser. Non è, o meglio non sarà impossibile neppure cancellare quel primato dei 400 metri mai avvicinato da nessuna. Parliamo del record di Marita Koch, 47”60 ottenuto nell’ottobre del 1985 a Canberra. Sulla pista del Khalifa Stadium Salwa lo ha dimostrato correndo in 48”14, la finale più folle di questo Mondiale strano, Mondiale nel deserto con poco pubblico se non ieri, ottava giornata dell’evento, con le tribune finalmente piene. Sarà stata la presenza di Mutaz Essa Barshim nella finale del salto in alto oppure un intervento dell’organizzazione locale per spingere dentro un po’ di persone ...
Piste&Pedane / Personaggi: il sottile Steven che ha battuto l'uragano
Sabato 5 Ottobre 2019
Più forte della natura. Il ragazzo itinerante arrivato dalle piccole isole Abaco, nelle Bahamas, ha dominato con facilità il “giro” mondiale di Doha, ma il suo vero obiettivo resta la rivincita olimpica di Tokyo.
Daniele Perboni
Settembre 2019. L’uragano “Dorian”, con venti sino a 295 chilometri orari, investe le Bahamas, uno stato insulare corallino formato da oltre 700 isole, a nord di Cuba. Sette miliardi di dollari di danni, 50 morti accertati, migliaia di dispersi e centinaia di migliaia di case distrutte. Davanti a questo tragico scenario chi avrebbe scommesso sulla presenza della squadra bahamense a Doha? Forse nessuno. Tranne i suoi dirigenti che, hanno dichiarato «Non inviare gli atleti ai Mondiali non è mai stata un’opzione». E così è stato.
I sentieri di Cimbricus / ANA, l'acronimo della mistificazione
Venerdì 4 Ottobre 2019 (Notte)
Atleti senza patria, senza bandiera e senza inno. Solo un acronimo, tanto freddo quanto ipocrita. Forse, come Sean Connery in "Casa Russia", siamo un po' tutti innamorati di quell'affascinante territorio disteso tra Europa e Asia.
Giorgio Cimbrico
Autorizzati a gareggiare, non a comparire. Ipocrisia dell’ipocrisia, quello che è stato raccolto dagli ANA non figura nel medagliere. Sono impestati? Sono lebbrosi? Ma nonsono stati quelli che comandano ad ammetterli? Sono degli innocenti in una rodina (patria) piena di reprobi, di colpevoli, di complici, di mimetizzatori, di distruttori di prove. E allora, se sono puliti perché non sono una squadra, perché pur senza bandiera e senza inno, i loro successi non figurano? Quando uno si divertirà a fare i conti delle medaglie e dei punti conquistati dai primi otto, si accorgerà che i conti non tornano.
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