Osservatorio / Tra 7 e 9 Novembre, nel ricordo di Primo Nebiolo
Venerdì 8 Novembre 2019
Un episodio di politica sportiva che appartiene alla storia dell’atletica, ma anche una testimonianza sulle doti di lungimiranza e di intuito di Primo, un dirigente che è doveroso ricordare tra i pochissimi che hanno reso grande lo sport italiano.
Luciano Barra
Che strano dover rivivere queste due ricorrenze ad oltre 20 e 30 anni di distanza. Si, il 9 Novembre del 1989 cadeva il Muro di Berlino e il 7 Novembre del 1999 scompariva Primo Nebiolo. Ho ri-vissuto quei momenti in questi giorni che stranamente avevano come comune denominatore Berlino, anche per motivi personali di cui spiego il perché. Ho conosciuto mia moglie, nata a Berlino e cresciuta in Andalusia, a Londra dove ho speso oltre un anno da studente. Ero lì nell’estate del 1963 quando John Fitzgerald Kennedy pronunciò a Berlino, pochi mesi prima di essere ucciso a Dallas, la famosa frase “Ich bin ein Berliner”. E vidi quella giovane ragazza, che una decina di anni dopo, doveva diventare mia moglie, piangere. Così come la vidi piangere il 9 Novembre del 1989 quando finalmente cadde il Muro.
I sentieri di Cimbricus / La perversa creativita' dei Signori dei Diamanti
Giovedì 7 Novembre 2019
Tra squilli di trombe e rullar di tamburi è stata annunciata la versione 2020 (pardon, Venti-Venti) della Diamond League. Un passo in avanti verso la demolizione dell'essenza stessa dell'Atletica. Ma che volete, così vuole chi ci mette i soldi, ...
Giorgio Cimbrico
Da un paio di giorni l’atletica è stata messa in una gabbia. Dorata, pardon, tempestata di diamanti,come in un vecchio film di 007 o come un uovo di Fabergé. Senza più spazio per la fantasia, affidata agli indici di gradimento. Le distanze lunghe? Eliminate. Il martello? Figurarsi, ha già il suo challenge. Il disco, il triplo e i 3000 siepi? In fondo alle classifiche. Alla gente, hanno stabilito, piacciono i 100, l’alto, il lungo e, a seguire, asta, 200 e 400.
Piste&Pedane / Candidatevi, candidatevi, ... qualcosa restera'
Martedì 5 Novembre 2019
Neanche spenti i bocchettoni di Doha, è partita la caccia alla poltrona di Giomi che si appresta a scendere alla stazione di Tokyo. Se due concorrenti vi sembrano pochi, eccovene quattro. O forse, come si mormora, cinque. E chissà, …
Daniele Perboni
Uscito dal letargo post mondiale mi accingo a riprendere confidenza con la tastiera e riportare, almeno spero, un lieve sorriso sul viso del “Diretür” di questo giornale. Senza più notizie dello scrivente avrà pensato, più che legittimamente, che un marinaio aveva deciso di separarsi dal resto della ciurma. Semplicemente ho voluto prendermi una pausa. Nulla di più, niente di meno. Davanti alla tastiera mille idee frullano nella testa. Alla rinfusa. Senza una logica apparente. Argomenti? Maratone autunnali, candidati alla presidenza (il mandato di Alfio Giomi scade a fine 2020) spuntati come funghi (siamo o no nella stagione giusta?), Club Olimpico o come diavolo volete chiamarlo.
I sentieri di Cimbrico / Mai caduto il Muro del Miglio
Martedì 5 Novembre 2019
A spasso sui terreni arati del Miglio, tra miti perduti e involontari superstiti, con uno sguardo a ciò che c'era - ed è rimasto nella memoria - al di là del Muro abbattuto a Berlino trent'anni fa.
Giorgio Cimbrico
La IAAF (pardon, la WA), il 21 novembre, a Montecarlo, riunisce (quasi) tutti i grandi migliaroli, quelli che hanno fatto la storia e scandito la progressione del record del mondo dopo il prodigio di Roger Bannister. Il meglio del miglio. O i miglio-ri. Rispettando la cronologia, personaggi e interpreti saranno Peter Snell, 81 anni, Michel Jazy, 83, Jim Ryun 72,, Filbert Bayi, 66, John Walker, 67, Sebastian Coe (padrone di casa) 63, Steve Cram, 59, Noureddine Morceli, 49 e Hicham el Guerrouj 45.
Duribanchi / Il comune senso del buon senso
Martedì 5 Novembre 2019
Se non sei della banda delle “marchette” (televisive) nessuno ti “fuma”. Oggi avrebbe difficoltà anche il vecchio Idro a farsi ospitare. Figuriamoci quelli che non scrivono e mai scriveranno come Montanelli.
Andrea Bosco
Mamma, i tedeschi! Che sberle la Ferrari. L'Olandese Sfasciante l'ha accusata di aver barato. E di aver usato “power” illegale per vincere tre Gran Premi. Menzogne, replicano da Maranello: le “verifiche” hanno appurato che la Rossa non ha frodato. Resta l'ennesima magra stagione. Con la Mercedes ed Hamilton meritatamente campioni e la Ferrari che ad ogni Gran Premio trova un motivo per farsi del male: le gomme, il pit stop, la strategia, la power, le sospensioni, l'impianto elettrico, la safety car, gli sfasciacarrozze in agguato su ogni circuito. E - va detto - la rivalità ruvida tra Vettel e Leclerc.
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