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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

I sentieri di Cimbricus / Un sogno generoso e (forse) un po' scemo

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Venerdì 20 Dicembre 2019

 

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C’è stato un tempo, più o meno cinquant’anni fa, in cui ci godevamo il gesto, forse lo rivedevamo una volta ed era tutto. Come un colpo di fulmine che lascia tracce. Accarezzarle oggi è magnifico.

Giorgio Cimbrico

In questi giorni di sdilinguamenti per lo stacco marassino di Cristiano Rolando, non c’è stato un cane che abbia riesumato un paio di immagini che da mezzo secolo sono patrimonio di noi, cavalieri senz’averi di un sogno generoso e un po’ scemo. E così – bao bao, arf arf – ci penso io. Sono entrambe in bianco e nero, i colori della storia, dell’eleganza. Chiedere a Robert Capa e a Henri Cartier Bresson. Ne sanno qualcosa. La prima è stata scattata in una palestra di Mosca: Valeri Brumel, principe di Tolbuchino, dà un calcio al ferro del canestro: chiedere al nostro guru Oscar Eleni quando dista da terra.


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Osservatorio / Tokyo 2020: le nostre prime proiezioni-medaglie

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Venerdì 20 Dicembre 2019

 

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In base agli ultimi risultati mondiali, la squadra azzurra potrebbe puntare a restare nella Top Ten anche ai Giochi di Tokyo. Le proiezioni che presentiano, pur con tutti i distinguo, ci assegnano 37 medaglie, otto delle quali d'oro. Possibile? Certo, a patto che ...

 

Luciano Barra

In un recente articolo su www.sportolimpico.it ho brevemente toccato l’argomento delle Proiezioni Olimpiche in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. In quell’occasione mostravo una certa preoccupazione sullo stato dell’arte delle nostre possibilità medaglie. Ovviamente non per essere necessariamente pessimisti, ma con l’obiettivo di pungolare verso miglioramenti futuri. Ho ricevuto diversi commenti sull’argomento e per chi non ha dimestichezza in materia ricordo che la tabella che seguirà è costruita sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi Campionati del Mondo delle varie discipline olimpiche.

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Piste&Pedane / I bilanci piangono, i giornali invecchiano

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Giovedì 19 Dicembre 2019

 

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La consegna a Davide Re del premio Cannavò: occasione, neppure tanto nascosta, per visitare la nuova sede di quella che fu un tempo la “Bibbia dello Sport”. Ma, che volete, tutto cambia, … e non sempre in meglio.

Daniele Perboni

Martedì pomeriggio, appuntamento in Piazzale Abbiategrasso a Milano. Linea verde della metropolitana. Dopo una quarantina di minuti vieni “sputato” fuori alla fermata di Crescenzago, estremo nord della metropoli. Il collega che ci accompagna, milanese Doc, si guarda attorno smarrito: «Mai stato da queste parti. Potrebbe essere Berlino o New York». Uno sguardo veloce a 180 gradi e individuo la grande insegna della RCS. Siamo sbarcati a queste latitudini per la consegna del Premio “Atletica Candido Cannavò” al quattrocentista Davide Re.

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I sentieri di Cimbricus / "Le macchine ci stanno distruggendo"

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Giovedì 19 Dicembre 2019

 

tempi moderni 

 

"E a noi non resta che iniziare una difficoltosa marcia verso le nostre Black Hills, come pellegrini senza bussola, come la Winnie di Beckett che ricordava, come un rosario senza senso, i suoi giorni felici."

 

Giorgio Cimbrico

Le compagnie aeree di tutto il mondo hanno trecentotrenta 737-Max a terra e la Boeing ne ha 400 in magazzino e ha perso, dicono, 6 miliardi di dollari. Il problema è la scheda del computer di bordo: se qualcosa va male, dice che va tutto bene. Risultato, due schianti, in Indonesia e in Etiopa, e 300 morti. Ci stanno lavorando. Il vecchio Dakota, cavallo da tiro dei cieli, non cascava mai. O meglio, cascava se lo centrava l’antiaerea tedesca o quella coreana. Ancora non molti anni fa una coppia ben lustrata faceva servizio tra Lugano e Zurigo e io ne ho visti volare su tratte interne australiane.


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Italian Graffiti / Ricci Bitti: "Lo sport italiano merita rispetto"

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Mercoledì 18 Dicembre 2019

 

ricci bitti-intervista 

 

A colloquio con Francesco Ricci Bitti, il dirigente italiano di maggior peso internazionale, per analizzare nel dettaglio il quadro storico dello sport nazionale all'indomani della "riforma" voluta e imposta dal Governo senza una preventiva e necessaria analisi dell'esistente. Ma, quel che più conta, con lo sguardo rivolto ad un preoccupante futuro neppure tanto lontano. 


(gfc) Ad un anno esatto dall'avvio della "riforma" imposta non tanto allo sport italiano, quanto al CONI, facciamo il punto della situazione parlandone con Francesco Ricci Bitti, il dirigente italiano che - come presidente dell'ASOIF e membro della Giunta CONI, oltre che per i tanti altri incarichi ricoperti - occupa la posizione di maggior rilievo nel panorama sportivo internazionale. Sin dall'inizio, la sua voce è stata - se non l'unica - la più critica nei confronti degli eventi che si sono dipanati negli ultimi 12 mesi e che in buona sostanza hanno portato a frantumare l'unitarietà dell'universo sportivo nazionale creando incertezza negli addetti e sconcerto nell'opinione pubblica. Un allarme, il suo, più volte ripreso e rilanciato ancora oggi. In questa intervista, il presidente Ricci Bitti compie un'approfondita analisi del complesso fenomeno sportivo italiano in quanto tale, ma soprattutto indica le strade da percorrere per uscire dal clima di conflittualità e di stallo creatosi. Una condizione tanto più rischiosa a pochi mesi da una verifica fondamentale come i Giochi di Tokyo. 

Intervista con
Francesco Ricci Bitti

di Gianfranco Colasante


Ad un anno dall’entrata in vigore della cosiddetta “riforma” dello sport italiano, perseguita attraverso norme che in buona sostanza hanno finito col “ridurre” se non “mortificare” il tradizionale ruolo del CONI, quali riflessioni se ne possono trarre?

R: L’idea di riformare è di per sé positiva. Purtroppo il chiaro intento destabilizzante della Legge delega del dicembre 2018 ha già prodotto seri danni all’ecosistema sportivo in Italia.

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