Fatti&Misfatti / A ricordo di Giancarlo Vitolo, un super-arbitro
Venerdì 29 Novembre 2019
Non sono stati in molti ad averlo ricordato: lo facciamo noi, rendendo omaggio a questo toscano nato a Roma, 500 partire in A, internazionale per 14 anni, sul parquet anche ai Giochi di Mosca. E molto altro. Lo meritava.
Oscar Eleni
Dalla collina di Spoon River per ricordare quelli che il basket dimentica così in fretta. Sarà colpa delle turbolenze al Ministero dello sport e salute con i nemici che dicono Petrucci trombato e gli amici, ma soprattutto lui, che fa sapere di essersi messo da parte perché non era un ruolo adatto al suo modo di pensare. Sarà per il peso del sorteggio nel torneo preolimpico che ci condanna a cercare uno dei quattro posti ancora disponibili a Belgrado, in casa della Serbia affidata a Kokoskov il mago del prodigio sloveno agli Europei, il primo di questo continente a guidare una squadra NBA, anche se a Phoenix era diventato carne da cannone preparando una squadra per chi veniva dopo.
I sentieri di Cimbricus / Il pavone dalla coda mozzata
Venerdì 29 Novembre 2019
"Non si può passare la vita a pensare come poteva andare". Massima consolatoria, per quanto amara, con cui Eulace Peacock si rassegnava per quella sfortuna che lo collocò un gradino sotto J.C., più un amico che un rivale.
Giorgio Cimbrico
Si parla sempre di Jesse (J.C.), mai di lui, del Grande Dimenticato, dell’uomo che avrebbe potuto essere re e che solo i cultori appassionati, gli studiosi attenti, gli aficionados generosi ricordano senza averlo mai visto in azione. Banale gioco di parole: Eulace Peacock è stato un Pavone dalla maestosa coda mozzata. Una certa letteratura, un certo cinema sono caduti in amore per questi sconfitti, per questi invitti: il Robert Jordan di Hemingway (“Per chi suona la campana”), il vecchio Pyke di Peckinpah (“Il mucchio selvaggio”), lo scorbutico veterano di Eastwood (“Gran Torino”) hanno formato un culto che ancora oggi - nella società dove conta solo chi vince, dove i supereroi compaiono anche per glorificare una mutanda, un onnipotente telefonino – può contare su qualche fedele. Quasi tutti di vecchio conio, è bene precisarlo.
Italian Graffiti / Ricordo di un amico di gioventu'
Giovedì 28 Novembre 2019
"Non rammento la prima volta che lo ho incontrato. Certo sarà stato su un campo, attorno ad una pista: Elio non era uomo da ufficio o da corridoio. Era un cittadino del mondo alla cui conquista era partito da un paesino della Provincia Granda".
Gianfranco Colasante
Non ci vedevamo spesso con Elio. L'ultima volta era stato un anno fa - esattamente il 3 dicembre 2018 - quando c'eravamo trovati a Bracciano per festeggiare tra pochi amici la "Penna d'Oro" assegnata a Giorgio Reineri, uno dei nostri più autentici. Poi, a inizio pomeriggio, quando già imbruniva, Elio aveva salutato tutti, un abbraccio e s'era messo in auto, direzione Monte Carlo. Dove ieri si è spento all'improvviso. A seguito di un male manifestatosi solo qualche giorno prima, annunciato - dicono le cronache - da un malessere che l'aveva colto mentre ad Abano Terme dava il suo contributo, come sempre innovativo, a un convegno tecnico.
Fatti&Misfatti / In memoria di Elio Locatelli, un grande
Giovedì 28 Novembre 2019
“Ha insegnato tanto, ha studiato molto, ha lavorato per gli altri ed era sempre un divertimento come quando a Roero bevevi il nettare di famiglia, scherzando sulla sua idea del mondo ruotante intorno ad una cosa che manca alle nuove generazioni: la passione.”
Oscar Eleni
Dicono che l’amicizia è più tragica dell’amore. Dura più a lungo. Sento freddo, mi sento più solo. Con lui abbiamo viaggiato, ascoltato, scoperto che la sete di sapere poteva davvero renderci migliori. Ci abbiamo anche litigato, ma era bello passare una notte con questo viaggiatore viaggiante. In un attimo l’uomo di ferro è diventato fragile. Come tutti, ma per noi era il vero corsaro nero nella vita rosea che gli altri immaginavano di poter vivere.
I sentieri di Cimbricus / Un colpo di scure sul passato
Martedì 26 Novembre 2019
La ex-IAAF ha incoronato Eliud Kipchoge come Atleta dell'Anno 2019. Che lo meritasse o meno, siamo di fronte al più grande maratoneta della storia, primatista mondiale e campione olimpico in carica. Può bastare. Ma un tempo l'avrebbe squalificato.
Giorgio Cimbrico
La IAAF, che ora si chiama WA, World Athletics, ha proclamato Eliud Kipchoge "Atleta dell’Anno": un tempo l’avrebbe squalificato. Capitò a Dorando Pietri, a Jim Thorpe (per pochi spiccioli), a Paavo Nurmi che avrebbe chiuso con l’unico titolo olimpico sulla distanza che gli mancava, la maratona. Kipchoge, che gode della mia stima, del mio affetto, della mia simpatia, è stato l’interprete di un’impresa destinata alla storia: ha corso i 42 chilometri della maratona venti secondo sotto le due ore. Qualcuno ha riesumato Edmund Hillary, Auguste Piccard o magari Cristoforo Colombo: il giorno, il 12 ottobre, ha permesso l’accostamento: un’esplorazione, la scoperta di un mondo possibile, l’approdo su nuovi lidi.
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