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Racconto di Natale / Quel primo treno per Wigan
Martedì 24 Dicembre 2019
"Partiva da Euston alle 7 e mezza del mattino e così quella notte di novembre fu breve. Là lo aspettavano Liz, le bambine e il rugby del Vecchio. Aveva 21 anni e sentiva di avere ai piedi le ali che erano state strappate al Vecchio."
Giorgio Cimbrico
“Stai attento quando accendi la sigaretta”. ”Perché?” “Il bavarese è bravo a sparare: gli bastano tre secondi di fiamma dell’accendino per fotterti”. A Dick sembrava che il Vecchio esagerasse. Il Vecchio aveva 32 anni, era nelle trincee dall’autunno del ’14, uno dei primi ad arruolarsi quando sui muri era apparso il manifesto con Lord Kitchener e i suoi baffi a manubrio: “la British Army ti vuole”. E così erano nati i battaglioni di impiegati di Liverpool, degli snob di Londra (Artist Rifles), dei giocatori di rugby, Union e League. Il Vecchio era di Wigan e così veniva dalla League e grazie alla League mangiava e faceva mangiare la famiglia. Perchè era sposato e aveva due figli. “Bambine” gli scappò una volta.
Italian Graffiti / Sport e Salute: l'uomo giusto al posto giusto
Lunedì 23 Dicembre 2019
Neppure a Pirandello e al teatro dell'assurdo sarebbe venuta in mente una trama tanto avvincente come quella messa in scena nell'ultimo anno da "Sport e Salute": la società ministeriale che avrebbe dovuto riscrivere le regole dello sport, naufragata tra dimissioni e mugugni.
Gianfranco Colasante
Potenza dei ricorsi storici e della politica. Chi di Milleproroghe (governo giallo-verde) colpisce, di Milleproroghe (governo giallo-rosso) perisce. Se è vero che la saggezza del nostro vecchio popolo tiene a mente come sia sempre opportuno non far sapere alla mano destra (Lega) quel che fa la mano sinistra (Pd), è altrettanto vero che a volere fortemente questo guazzabuglio della "riforma" sono stati gli uomini del M5S: prima (governo n.1) con il sottosegretario Simone Valente, poi (governo n. 2) con il ministro Vincenzo Spadafora. Quest'ultimo, appena seduto sulla poltrona del ministero dello Sport, s'era presentato con un disarmante "di sport non mi sono mai occupato, ma leggerò i dossier". Correndo subito dopo a Monza per presenziare al solo trionfo stagionale della Ferrari ("sarò io che porto fortuna", aveva subito chiosato con una certa modestia).
Fatti&Misfatti / Tra le bancarelle dei venditori di fumo
Lunedì 23 Gennaio 2019
"Chiedere aiuto, facendo la spia sulle mancanze altrui, è un giochino da poveri cristi. No, onoriamolo il primo grande eroe della nostra esistenza: uno andato in croce nell’illusione di poter essere seguito e non certo tradito per trenta denari."
Oscar Eleni
Dall’isola degli schiavi in Madagascar salutando megattere con la faccia di Petrucci, ascoltando le rane pomodoro e guardando negli occhi i gufi rossi nel ricordo dell’avvocato Porelli che agli amici, ma soprattutto ai nemici, regalava “u gufu” contro la malasorte che non era soltanto da debellare in partita, ma pure nelle amicizie se erano sbagliate. Esilio meritato nella cattedrale della vita cercando i cattivi di ieri per vedere se sono simili a quelli di oggi che imperversano fingendo di essere più buoni per una festa che consumano, ma che non hanno mai capito, se stanno con quelli che alzano muri, escludono, discriminano, urlano sempre.
Duribanchi / Politicamente corretto? No, grazie
Lunedì 23 Dicembre 2019Andrea Bosco
È Natale, ormai. Ancora una volta. Se credi, se hai la fede è una notte speciale. E non serve che tu creda alla mangiatoia, ai Magi, alla cometa, al bue e all'asinello, al falegname e alla sua sposa: quella notte nacque un rivoluzionario. Portatore di un messaggio senza precedenti. L'amore, l'altruismo, la tolleranza, la passione per la vita. A pensarci, componenti che si trovano anche nello sport. Persino nello sport dei “ricconi” del calcio. Dove, non sempre, ma per fortuna qualche volta, sì, accade che l'allenatore che non si atteggia a guru, che nessuno chiama “maestro”, che in estate è stato dalla Principessa dei Campionati, “accantonato” perché ritenuto “non ancora pronto”, si prenda la bella rivincita di battere a distanza di tre settimane, per due volte di fila e sonoramente, il “santone” che gli è stato preferito.
Osservatorio / Sabelli, come Montella, non vede il panettone
Sabato 21 Dicembre 2019
Il presidente/AD di “Sport e Salute” – la società creata un anno fa dal Governo per riformare lo Sport Italiano [sic!] – ha presentato le dimissioni. Non sappiamo se qualcuno rimpiangerà i suoi imperiosi Ordini di Servizio: è certo però che ora bisognerà rimboccarsi le maniche e ricostruire. Chi ne sarà capace?
Luciano Barra
Fra i tanti anatemi che ci ha lasciato Giulio Onesti ce ne era uno che non vai mai dimenticato: “chi tocca il CONI, muore”. E questo in maniera diversa è capitato prima a Giancarlo Giorgetti, con una “morte” politica (per ora), e poi a Rocco Sabelli con una crocifissione lenta e inesorabile. Oggi molti giornalisti, certo più informati di me, hanno dato ampia lettura ed interpretazione dei motivi per cui si è dimesso. Sicuramente la nuova norma prevista nelle “Milleproroghe” che prevederebbe lo spacchettamento delle competenze è stato il motivo dominante, accompagnata per di più dall’evidente sfiducia che talune dichiarazioni del Ministro dello Sport Spadafora lasciavano intendere.
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