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Fatti&Misfatti / Fuggire dal paese delle foglie morte
Venerdì 17 Gennaio 2020
Basta poco se nel tuo campo non tutti sono veri credenti, mostrano la loro fede in pubblico, ma quando le luci si spengono, diventano quello che sono veramente: sepolcri imbiancati.
Oscar Eleni
Pronto all’esilio in Alaska per sfuggire al pensiero triste che questa Armani del basket abbia davvero cent’anni e troppe foglie morte. Il freddo sostenibile se ti cedono gratis un giornale come lo Sgagway News, la libidine di essere direttore, inviato, responsabile nella pagina delle lettere dove difficilmente scriveranno quelli che, anche davanti a partite catastrofiche come quella con l’Efes ad Istanbul, pensando ai troppi regali contro un Maccabi non irresistibile anche se imbattuto nella sua tana, se la prendono per le critiche.
I sentieri di Cimbricus / "Erin Go Bragh", Irlanda per sempre
Giovedì 16 Gennaio 2020
Il conformismo è uno dei grandi obblighi del nostro tempo: serve a dare un’immagine mansueta, asettica, molto gradita a chi investe denaro. Così coloro che pensano che tra sport e tutto il resto non debbano correre muri non hanno più spazio.
Giorgio Cimbrico
Niente politica, please: in realtà non so cosa ci stia a fare quel please: il CIO è stato deciso, minaccioso: a Tokyo certi gesti, sul podio, nei pressi, in generale nei siti olimpici, non saranno tollerati e verranno pagati duramente. Il conformismo è uno dei grandi obblighi del nostro tempo, serve a dare un’immagine mansueta, asettica, molto gradita a chi investe denaro. I “maudit”, i maledetti, non hanno più spazio. Neppure quelli che pensano che tra sport e tutto il resto non debba correre un muro. La libertà di espressione è proibita. Il bavaglio assomiglia al mordacchio che misero a Giordano Bruno mentre lo portavano Campo de’ Fiori l’anno 1600.
Osservatorio / Vengono prima i “programmi” o prima gli “uomini”?
Giovedì 16 Gennaio 2020
Per quanto si voglia provare ad immaginare il futuro del nostro sport, avventurarsi in analisi e progetti, casomai ipotizzando convergenze di idee e di risorse, alla fine ad emergere sono sempre le persone, con le loro idee e – perché no – con i loro limiti. Proprio inevitabile?
Luciano Barra
Il mio recente “saggio” – che offriva degli spunti per un programma per l’atletica italiana – ha ricevuto, come era facile immaginare, molti commenti. Spazzo subito il campo: nessun insulto, anzi molti e moderati complimenti. Ma nello stesso tempo ha sollecitato un dibattito da parte di più d’uno. La domanda del giorno: vengono prima i programmi o prima gli uomini? La mia risposta immediata al primo interlocutore è stata: “ma questa è l’annosa domanda se sia nato prima l’uovo o la gallina”!
Duribanchi / Pansa ovvero il coraggio di “cambiare idea”
Martedì 14 Gennaio 2020
"Non un voltagabbana, non un trasformista: solo un uomo che cercando la verità, ne aveva trovate alcune di inconfessabili. E aveva avuto il fegato di raccontarle, fare domande, cercare risposte. Come dovrebbero fare (sempre) i giornalisti."
Andrea Bosco
Puntuale, anche quest'anno, la Dakar ha ottenuto la sua “libbra di carne”. La Dakar è una assurda mattanza dove chi partecipa arrischia di morire su percorsi inverosimili e dove purtroppo sistematicamente si muore. Mentre Federica Brignone continua a volare sugli sci, il calcio nostrano registra gli infortuni di Zaniolo e Demiral. Gravi lesioni che terranno lontani, dai campi di gioco, i giovani calciatori di Roma e Juventus per diversi mesi. Sono gli incerti di chi fa questo mestiere, ma la caduta di Zaniolo è stata impressionante. E per certi versi ha rammentato quella drammatica di Ronaldo il Fenomeno.
Osservatorio / Un programma per il futuro dell'atletica? Parliamone.
Mercoledì 15 Gennaio 2020
Come annunciato (o minacciato?) ecco qui il testo di “Spunti per un Programma Decennale per l’Atletica”. Mancano almeno dieci mesi al rinnovo delle cariche federali. Di mezzo ci sono i Giochi di Tokyo e tante occasioni per confrontare idee, progetti, motivate ambizioni.
Luciano Barra
L’avevo promesso ed ora lo sottopongo alla vostra attenzione e soprattutto alle vostre osservazioni e, perché no, alle vostre critiche. Certo, in un Paese come il nostro, dove quasi sempre la filosofia dell’annuncio tende a sovrapporsi alla realtà dei fatti, il timore di cadere nella stessa trappola resta forte. Ma è anche vero che qualunque progresso non può essere immaginato senza una preventiva analisi del passato, una attenta valutazione del presente e, soprattutto, una precisa visione del futuro. Così, ben conscio dei rischi che correvo, ho accettato la sfida di mettere per iscritto alcune considerazioni personali, ma sollecitate dalle tante proposte accavallatesi in queste ultime settimane da parte di chi ritiene (e non sono pochi) di avere le necessarie potenzialità per candidarsi alla presidenza della FIDAL.
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