I sentieri di Cimbricus / L'uomo che interpretava se stesso
Giovedì 6 Febbraio 2020
“Kirk Douglas apparteneva alla vita di tutti noi e così non è il caso di fingere commozione, ma solo di ricordarlo, e di salutarlo: Mazel Tov, i migliori auguri per quello che ha saputo dare.”
Giorgio Cimbrico
Saltando da una buca all’altra nella terra di nessuno di “Orizzonti di Gloria” o battendosi seminudo nell’arena di Lentulo Battiato, Kirk Douglas è stato un atleta del cinema. Non era solo, in quei giorni in cui la verità aveva la meglio sulla finzione: Burt Lancaster e Tony Curtis erano trapezisti, Richard Harris aveva giocato nel Munster, Paul Newman correva le 880 yards in 1’52” o giù di lì, Steve McQueen era in sella alla moto mentre saltava i reticolati che lo dividevano dalla libertà, Richard Burton era un centro geniale prima di perdersi nella bottiglia, Robert Redford correva e lanciava il giavellotto in “Come Eravamo” e non aveva bisogno di una controfigura quando batteva in “Il Migliore”, “The Natural”: i titoli originali sono sempre più convincenti.
I sentieri di Cimbricus / Duplantis o l'elogio della normalita'
Giovedì 6 Febbraio 2020
“Tutto è documentato in una narrazione filmica, in un album di famiglia. Registi, Greg, astista da 5.80 e Helena Hedlund, svedese, eptathleta dai punteggi rimarchevoli”.
Giorgio Cimbrico
Una creatura d’aria, un Peter Pan con ombra acclusa, un Mozart (per precocità degli inizi, per ambizioni paterne, per perfezione raggiunta alla velocità del fulmine), pronto a una rivoluzione copernicana: sabato sarà in pedana a Torun, la città dell’astronomo non troppo simpatico alla Chiesa del tempo. A 20 anni e tre mesi, lo svedese della Louisiana, tesserato per il club atletico di Upsala, rappresenta al fianco della diciottenne ucraina Yaroslava Mahuchikh (2.04 a Doha, 2.02 indoor, mondiale junior, ovviamente), un presente di correnti ascensionali che prende alla gola, che provoca amarezza a chi non avrà più molto tempo per gustarli sino in fondo.
Osservatorio / E se i Giochi si facessero a febbraio?
Mercoledì 5 Febbraio 2020
Non sappiamo se il CONI, oggi messo alle strette, avrà la forza di chiedere alla politica la restituzione delle proprie competenze e il finanziamento pubblico diretto per Scuola e Sociale. Ma deve provarci. In caso contrario, …
Luciano Barra
Nonostante tutte le cose negative che si dicono su Roma ogni tanto bisogna andarci, anche perché lì il venticello (od il ponentino) romano ti dice tante cose. Ho così ho approfittato dell’Assemblea dei Pensionati CONI – ben diretta da un collega come Massimo Blasetti –, per fare questo tuffo nel passato e rivedere tante facce di amici che tanto mi hanno dato nei miei quasi 40 anni sulle due sponde del Tevere. Occasione in cui è stato presentato il libro Testimonial & Memorabilia curato da Augusto Rosati, che è una raccolta di ricordi per tener sempre viva ed attiva la memoria sullo Sport Italiano. Ovviamente ho profittato di questa mia “calata a valle” per “auscultare” tante altre persone.
Fatti&Misfatti / Il treno dei desideri all'indietro va
Mercoledì 5 Febbraio 2020
“Messina e l’Armani al nero di seppia, che in una notte si sono giocati quasi tutto il credito con la pazienza della gente, anche se per Ettorre ci è venuto il sospetto che la sua vita americana lo abbia cambiato anche troppo.”
Oscar Eleni
In una sierra maledetta, sul treno dei desideri che all’incontrario va. Due rose posate da chi in quella vicenda è rimasto segnato per sempre, ma che non dimentica e condanna gli infami anonimi, sulla stele distrutta dell’anarchico innocente, meglio, colpevole di esserci nato in un paese terrapiattista che vede il male, anche se uno va a testimoniare il male altrui perché lo chiamano, non per apparire o guadagnare. Mentre il calcetto fa ruzzolare le teste dei mister misteriosamente amati ed odiati, guardando con rabbia le mosse quasi tutte giuste del volley.
I sentieri di Cimbricus / “Oggi non si fanno prigionieri”
Martedì 4 Febbraio 2020
Nuovo capitolo della storia cominciata nel 1879, emblematica dello sport vittoriano, e che ancora oggi mette di fronte inglesi e scozzesi, come ai tempi di Edoardo I e di William Wallace.
Giorgio Cimbrico
Sabato prossimo, a Murrayfield, Scozia e Inghilterra giocano per la Calcutta: qualcuno, in vena immaginifica, l‘ha chiamata il Graal del rugby. È soltanto una bella e vecchia coppa, il simbolo dell’infinita rivalità tra due vicini tra cui non è mai corso buon sangue. E che il futuro potrebbe dividere più di quanto le divida il border che corre tra il Northumberland e le Lowlands. “La facciamo noi o vi inviamo i soldi e ci pensate voi?”. “Provvedete pure voi”. Nel 1877 non c’erano le e-mail, solo magnifiche lettere vergate su carta intestata: i tempi erano più lenti ma tutto rimaneva agli atti. Comunque, per esser più chiari, chi domanda è James Rothney, segretario del Calcutta Football Club; chi risponde, da Londra, è il segretario della Rugby Football Union.
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