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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

I sentieri di Cimbricus / Per provare a ricominciare da capo

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Lunedì 16 Marzo 2020

 

prato


Il tempo delle profezie, degli avvertimenti, delle previsioni inascoltate. “Questa è l’età delle epidemie. Afta epizootica, febbre catarrale, influenza aviaria, Sars, zone soggette a restrizioni, aree di sorveglianza, vaccinazioni di massa.”

Giorgio Cimbrico

Un po’ stufo di sentir citare la peste dei Promessi Sposi (di “manzoniana memoria” è l’obbligatoria etichetta), di assistere alla riesumazione di quella di Boccaccio (lì almeno c’è da divertirsi) o a quella del 1576 che portò via Tiziano (molto vecchio e così molto fragile), di constatare assurdi ingressi in scena di Camus (era un’allegoria, non se ne accorge nessuno?), ho trovato il libro che dice tutto, che fa capire tutto e che si chiude persino con una nota di speranza. E’ “La morte dell’erba” di John Christopher, uno degli pseudonimi di Christopher Samuele Youd, nato nel 1922, morto quasi novant’anni dopo.

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Italian Graffiti / Nulla sara' come prima (almeno speriamo)

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Domenica 15 Marzo 2020

 

foro-2020 


A parlare di sport al tempo del Coronavirus ci si sente un po’ come Charlie Brown che dialoga con Snoopy. Ma la devastazione che si sta abbattendo sul Paese potrebbe rivelarsi anche un’opportunità. A saperlo interpretare.

Gianfranco Colasante

Al tempo del nuova peste, la merce più contrabbandata si trova sul banco degli aforismi. Sciolti e a mazzetti. Scopiazzati senza pudore dai prontuari delle “frasi celebri”: da Churchill (con la sua ora più buia) a Darwin (adattando la specie a virus). Devo però dire che in questo mercato delle pulci della “cultura” a buon mercato, tra le tante mi ha colpito una frase scelta da Giulio Tremonti, uno che pare aver risolto a suo vantaggio l’eterna equazione tra politica ed economia. Pur con non poche macerie lasciatesi alle spalle, come la creazione di quella “CONI Servizi”, già mostriciattolo di suo alla nascita, oggi abortita in un indefinibile “Sport e Salute”. Che non è, badate bene, il cortese augurio per uno starnuto, ma la frontiera avanzata dello sport prossimo venturo.

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I sentieri di Cimbricus / La ragazza che brandiva il giavellotto

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Domenica 15 Marzo 2020


dana


“È al 27 luglio del 1952 che risale questa foto: Emil che si allunga sui piedi perché Dana possa poggiare le labbra sulle sue. Una moglie, un marito, quattro medaglie d’oro. Nessuno come loro.”

Giorgio Cimbrico

Si dice che scivolando nelle tenebre, prime porte verso il nulla, tutto quel che è stato vissuto passi nella mente in turbinosi fotogrammi. Se è vero, Dana Ingrova, poi Zatopkova, deve averne rivisti una successione che in quel momento, l’ultimo, devono esserle sembrati limpidi, intatti, un secolo breve e lungo, un eterno presente, una vita: la Cecoslovacchia di Masaryk nata dalle ceneri ancora calde dell’Impero austro-ungarico, il tentativo di una democrazia di stampo occidentale, l’annessione dei Sudeti, l’occupazione tedesca.


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I sentieri di Cimbricus / Quando arriveranno le locuste?

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Giovedì 12 Marzo 2020


max 


Anni di corruzione, malgoverno, criminalità organizzata al potere, logge poco venerabili, stragi senza colpevoli, trame di ogni tipo, caduta della moralità, entusiasta accettazione dell’ignoranza: ed ora?

Giorgio Cimbrico

Pentitevi, l’ora è vicina, dicevano i millenaristi, i predicatori dell’apocalisse prossima ventura: “sarai mondo se monderai lo mondo”, diceva lo monaco Zenone (Enrico Maria Salerno) nell’Armata Brancaleone. E così, dopo un’intera esistenza dedicata al materialismo più schietto, all’ateismo più convinto, sto avendo le prove dell’esistenza di Dio, un Dio prima corrucciato e poi decisamente incazzato, quello che non si vede ma si avverte in un bel libro di Lester del Rey, “Poiché sono un popolo geloso”.

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Duribanchi / “Paghiamo tutto e tutto assieme”

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Martedì 10 Marzo 2020


spadafora 2

Scenari impensabili solo qualche giorno addietro, come non se n’erano mai visti nei settant’anni e più dell’Italia repubblicana. Sacrifici, rinunce, solidarietà? Tutte parole da reinventare. E subito.

Andrea Bosco

Il conto è arrivato: salato. In termine di vite umane, in termini economici, in termini sociali. Inevitabile accadesse. Coronavirus: questa entità ancora sconosciuta che aggredisce l'uomo con una rapidità folle. Il paese delle cicale, dove il futuro è sempre un problema altrui, mai di chi governa, non era preparato. Non aveva un piano piano b. Semplicemente non aveva un piano. Nel paese dove qualsiasi regola viene sistematicamente calpestata, dai delinquenti al pari della burocrazia, non poteva che accadere quanto sta (drammaticamente) accadendo.

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