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Duribanchi / Il fascino indiscreto della quarta eta'
Giovedì 21 Maggio 2020
Tra i tanti misteri che si aggirano tra noi, per non farci mancare nulla anche il martoriato calcio fa la sua parte. Rimettendo nel cassetto le conclamate e attese riforme (ma ne erano mai uscite?).
Andrea Bosco
Se n'è andato un altro: Bruno Bernardi detto “Bibì” firma de La Stampa che aveva la Juventus nel cuore. Un collega per bene che al calcio sapeva (bene) giocare. Parlava in modo “solenne” ma i suoi giudizi non erano “pomposi”. Erano rispettosi: soprattutto nei confronti di quanti gli stavano sulle scatole. Lo conoscevo da tanti anni. Incrociato le prime volte al Comunale di Torino durante la mia, tutto sommato breve, parentesi da giornalista sportivo. Era disponibile, Bruno, con i colleghi più giovani che non avevano dimestichezza con la “Divina”. Lui era di casa da quelle parti. Ed era generoso: una “dritta”, spesso, te la dava.
I sentieri di Cimbicus / “Venite avanti, graziose mascherette”
Giovedì 21 Maggio 2020
Viaggio a ritroso tra maschere e travestimenti. Non c’è nulla di nuovo da raccontare, semmai un perenne rinnovamento su un tema antico quanto l’uomo. Ma da non prendere troppo sul serio.
Giorgio Cimbrico
Non sono le mascherine ma i travestimenti a rendere irriconoscibili i Bassotti. Un esempio: uno dei Bassotti, in finanziera e cilindro, si reca da Paperone e si presenta come banchiere Ottobas, ha la mascherina nera e porta i soliti segni di una trascurata rasatura, ma Paperone non sospetta minimamente l’inganno e apre una trattativa. La maschera di ferro: ultimo a indossarla sullo schermo, Leonardo di Caprio. I moschettieri erano Gabriel Byrne, Jeremy irons, John Malkovich e Gerard Depardieu. Domanda da un penny: chi era Porthos?
Piste&Pedane / Elogio della liberta' (sino alla prossima pandemia)
Martedì 19 Maggio 2020
Lo sport (o quel che ne resta) al tempo del coronavirus ovvero il trionfo del virtuale. Dal Giro d’Italia alla corsa individuale o di gruppo: tutto su tablet o smartphone (compreso il pacco-gara, ovviamente).
Daniele Perboni
Mi sono rotto, se permettete. Sì, mi son proprio rotto i “cabasisi”, per usare un termine tanto caro a Camilleri. Dalle mie parti si pronuncerebbe un meno elegante “am’son rut i ball”, ma dall’identico significato. Di che cosa sto parlando? Del mondo sbocciato con il nascere e il perdurare della quarantena che ci ha costretti ad abbandonare le consuete e tanto amate abluzioni pedestri, per abbracciare un altro universo, sino a pochi mesi addietro frequentato dai classici nerd (termine della lingua inglese con cui viene definito chi ha una certa predisposizione per la tecnologia ed è al contempo tendenzialmente solitario, … Wikipedia docet): il “virtuale” naturalmente.
Duribanchi / L'emergenza sanitaria e la decretazione sistematica
Martedì 19 Maggio 2020
Se è vero che col covid-19 il paese (il nostro) sta attraversando il peggior periodo della sua storia repubblicana, è altrettanto giustificabile che anche il parlamento sia finito in quarantena?
Andrea Bosco
“Circola un documento-manifesto della Fondazione Vargas Lllosa che ha avuto larga eco in Spagna, Francia e Oltreoceano, da noi pressoché ignorato, che ci ricorda un'ovvia regola storica: la situazione di emergenza (reale o fatta vivere per tale) genera per sua natura spinte autoritarie […]. Esautorato il Parlamento? Ma da quanti anni è in quarantena? Da quanti anni non svolge sostanzialmente altra funzione che quella di ratifica dei decreti dell'esecutivo? Una volta lo si diceva anticamera dei partiti – che almeno erano organismi politici – ma ora? […] Non vedo alcun segnale nella gestione di questa crisi di un possibile cambio di punto di vista. Nessun segnale che se ne voglia uscire con riforme radicali del Parlamento e del rapporto tra i diversi livelli dello Stato […].
I sentieri di Cimbricus / Solo reazioni istintive da cancellare?
Lunedì 18 Maggio 2020
Parliamo del rugby prossimo venturo: storie immaginarie e scenari futuribili che non ci sono (ancora), ma potrebbero diventare la quotidianità di un domani che sta rinunciando alla sua essenza.
Giorgio Cimbrico
“Digli che non può farlo”. “Ma dai, si è lasciato prendere dall’emozione, dall’istinto. Non so bene come dire. E comunque non l’ha neanche toccato”. “Sì, d’accordo, ma sono proprio queste reazioni istintive che noi dobbiamo tenere sotto controllo, prevenire, sedare, cancellare. Se non ti dispiace, direi due parole a quel giovanotto”. “Fai pure, Eddie”. “Ehi tu, vieni qui”. “Dice a me, sir?”. “Dico a te. Come ti chiami?”. “John Stukalo, sir”. “E di dove sei?” “Inglese, sir”. “Tuo padre, tuo nonno erano inglesi?”. “No, sir, veramente erano di Samoa”. “Dovresti sapere che un avversario non si tocca e tu, non negarlo perché ti ho visto, hai provato ad abbracciargli le gambe”. “Mi perdoni, sir. Non è corretto dire abbracciare le gambe, si dice placcaggio. Lo confesso: me ne hanno parlato in casa, mio nonno giocava ai vecchi tempi”.
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