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Italian Graffiti / "Sullo sport non si scherza, niente alibi"
Lunedì 25 Maggio 2020
I condizionamenti dello sport italiano non sono iniziati con la “riforma” Giorgetti-Valente del dicembre 2018. L’assalto alla sua visibilità (e alla sua autonomia) ha radici più datate.
Gianfranco Colasante
Nel mio ultimo Graffiti chiedevo a me stesso come sia stato possibile che da noi lo sport – e più specificatamente lo sport agonistico – stia soffrendo più di altri settori “impreparazione e incompetenza” di chi dovrebbe guidarlo. Impreparazione da parte di chi abita il palazzo, incompetenza di chi si trova a condizionarlo dagli scranni della politica, allargando e restringendo a piacere i cordoni della borsa, in barba all’autonomia. Senza un progetto credibile né un obiettivo condiviso, sia pure a breve termine. Un quesito che pare non avere risposte convincenti. Ma di certo i guai non sono cominciati con la cosiddetta “riforma” Giorgetti-Valente del dicembre 2018. L’assalto alla visibilità (e all’autonomia) dello sport ha radici più datate. E porta il nome di un politico di lungo corso, Walter Veltroni, oggi profeta di bon-ton.
Fatti&Misfatti / “Ma cosa fate per divertirvi?”
Lunedì 25 Maggio 2020Oggi, di 25 anni fa, il linfoma di Hodgkin rubava a soli 46 anni Kreso Cosic. Il più grande sul campo, il genio nato a Zagabria, cresciuto nel liquore purissimo di Zara, l’uomo che ha esplorato mondi lontani”.
Oscar Eleni
Dai tavoli impolverati del Floridita nella nobile città dell’Avana. Un sogno, un ricordo. Mondiali di scherma, Valentina Vezzali per affondi decisivi, Flavio Vanetti come ancora di salvezza per l’inviato del Corsport che soffriva di solitudine e pasti separati da chi contava: una notte al Floridita come al tempo di Hamingway, ascoltando la Cuna del Daiquiri e bevendoci sopra. Rifugio in tempi da imbuto culturale, nei giorni grami dove chi le spara più grosse diventate virologi di Stato o, magari, soltanto un cantante in fuga dalla depressione e dai dinosauri come Al Bano mentre in TV vanno i film sulla strage dove morì Falcone, dei giorni in cui Borsellino fu sacrificato al potere, bellissimo, ma certo sottovalutato, quello di Ricky Tognazzi, figlio di Ugo e Pat O’Hara, con Palmintieri, Luotto, Favino e il Murray che poi deve aver anche ispirato il Traditore di Bellocchio affidando il personaggio di Buscetta all’attore italiano del momento.
I sentieri di Cimbricus / Il Parnaso del calcio, un mondo a parte
Sabato 23 Maggio 2020
Proteggiamo i semidei, pare essere la sola premessa agli accordi (se ci saranno) tra federcalcio e quel comitato scientifico cui il governo affida le questione spinose. E, a quanto pare, senza soluzioni condivise.
Giorgio Cimbrico
Il calcio, i suoi pusher, i suoi inoculatori, i suoi paladini, i suoi padroni, i suoi prosseneti, le sue vittime, i suoi consumatori hanno un pregio: producono e trasmettono allegria, buon umore, situazioni paradossali, buffe. Sono meglio di Lino Banfi e di Alvaro Vitali. Avrei voluto citare i fratelli Marx e il primo Woody Allen ma mi sono vergognato e mi sono subito corretto. In ogni caso, la dimensione del riso, diceva Aristotele (vedi Umberto Eco) è quella che rende la nostra condizione umana più completa, più analitica. Cesare diffidava dei magi, io diffido di quelli che non ridono.
I sentieri di Cimbricus / Il lamento selvaggio delle cornamuse
Venerdì 22 Maggio 2020
La musica, in Scozia, è sempre stata una faccenda importante, mezzo di comunicazione e canzoni eseguite nei salotti della borghesia e nelle sale da concerto. Ma anche sui campi di rugby.
Giorgio Cimbrico
Torot, torot, torot, ratatat, ratatat, ratatat scandiscono i tamburi e i tambur maggiori, prima che l’aria inizi a vibrare al lamento selvaggio delle cornamuse: la musica scozzese è da campo di battaglia, da coraggiose avanzate, da rotte senza quartiere, da trionfi e orgogliosi disastri; è musica da campo da rugby, da sfide senza prigionieri: “cornamuses o bal musette” diventò l’enorme etichetta di prima pagina di un’Équipe di trenta e più anni fa, quando il Torneo si decideva tra blu con il cardo e blu con il galletto, Blues navy e Bleus.
Italian Graffiti / Impreparazione e incompetenza: come se ne esce?
Giovedì 21 Maggio 2020
Se si può credere che “nulla sarà più come prima” dopo la pandemia, quando e semmai si allontanerà dal Bel Paese, ci si chiede come saprà reagire a questa emergenza il comparto sportivo.
Gianfranco Colasante
In questi giorni sui giornali si è attivato un (educato e un po’ elitario) dibattito a più voci sulla necessità di ricostituire il “capitale umano” della nazione, già deficitario e che pare ora dissoltosi non soltanto per colpa del Covid-19. Certo, non si può negare che la cosiddetta classe dirigente, proprio sotto i colpi della pandemia, ha sciorinato una paurosa inconsistenza e litigiosità. Tanto da favorire, se non giustificare, l’intervento ossessivo dello Stato che – in diatriba perenne con le Regioni – reagisce a colpi di decreti col risultato di accrescere a dismisura il debito pubblico senza alleviare il disagio comune. Come se ne può uscire?
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