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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

Italian Graffiti / Che fine hanno fatto le Societa' Sportive?

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Sabato 13 giugno 2020

 

blocchi 


“Non sarebbe opportuno che le Società Sportive “tradizionali”, quelle che fanno realmente sport, abbiano un registro che le tuteli con una specie di marchio di qualità? Un riconoscimento che oggi non si rifiuta a nessuno”.

Gianfranco Colasante

Se potessi dare un consiglio non richiesto, suggerirei al buon Giovanni Malagò di indire dei nuovi Stati Generali – iniziativa già lanciata lo scorso anno, ben prima di Conte, ma con scarso successo – allo scopo di affrontare un tema d’attualità: la sopravvivenza delle Società Sportive. Anche se c’è pur sempre il rischio che finisca come l’altra volta, senza neppure un foglietto di sintesi. E invece di questi tempi, con il combinato disposto di Sport e Salute e del Covid-19, l’argomento meriterebbe una certa attenzione da parte di chi – casualmente o per merito – si trova al vertice della piramide sportiva. Mi spiego facendo un lungo passo all’indietro.


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I sentieri di Cimbricus / Attenti agli stereotipi dell'iconoclastia

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Venerdì 12 Giugno 2020

 

monte rushmore 

 

“Questo vuole il potere: nuvole d’ira, ondate di risentimento, di livore, di cecità. All’esaurirsi di una, un’altra verrà suscitata, trasmessa attraverso quei canali impiantati nelle fibre della moralità, nei meccanismi del cervello: i social media.”

Giorgio Cimbrico

La formazione di una prospettiva storica passa attraverso un’analisi (oggi una parola difficile da digerire, più o meno come cultura) che spesso, e non per desiderio di semplificazione, può esser sostenuta da immagini che è frettoloso definire simboliche. Le nude bambine vietnamite che fuggono davanti al napalm, nella brutalità della rappresentazione hanno la stessa forza, la stessa importanza di una copertina di Time dell’82: un manichino seduto davanti a un computer da tavolo. Il pc era ancora di là da venire.

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Duribanchi / Nel bel paese degli Stati Generali ...

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Giovedì 11 Giugno 2020


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“... e dei navigator, degli influencer, degli youtuber. Di quelli che mettono i dischi in discoteca, di quelli che rifiutano la fabbrica, il laboratorio artigiano, l'ambulatorio o il negozio: di quelli che scelgono il bancone dell'aperitivo”.

Andrea Bosco

Si è sempre detto che il calcio italiano è lo specchio del Paese. Mai come in questi giorni l'affermazione appare consona. Risparmio le litanie sul governo e sul capo della comunicazione del presidente del Consiglio: tale Rocco Casalino, ex concorrente del Grande Fratello che si è inventato gli Stati Generali. Quelli che portarono il re di Francia da Versailles alla Rivoluzione e subito dopo alla ghigliottina. Dicono che (nonostante le sferruzzatrici da tempo lavorino sotto al palco), il collo di Giuseppi si salverà. Al massimo farà un suo partito, che oggi, secondo i sondaggisti varrebbe il 14 e mezzo per cento. Miracoli dell'apparire: stai fisso in televisione a discettare del Dialogo dei Massimi Sistemi e diventi uno di famiglia.

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Doping / La giustizia ed il trionfo del buon senso

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Mercoledì 10 Giugno 2020

 

giustizia

 

Dopo sette anni si chiude una paradossale vicenda giudiziaria con il pieno e definitivo proscioglimento di Giuseppe Fischetto, Pierluigi Fiorella e Rita Bottiglieri, ingiustamente coinvolti nella vergognosa vicenda Schwazer. E ora chi paga?

Sandro Aquari

“Il fatto non sussiste!”. Era il 10 dicembre scorso quando a Bolzano la Corte d’appello ribaltava la sentenza di primo grado mandando assolti Giuseppe Fischetto, Pierluigi Fiorella e Rita Bottiglieri dall’accusa di essere stati a conoscenza del doping di Alex Schwazer del 2012, ma di non aver fatto niente per fermarlo e quindi di averlo favorito con una condotta omissiva. Il 25 gennaio 2018 il giudice monocratico Carla Scheidle, ignorando quanto era emerso in modo inequivocabile dal lungo dibattimento (oltre venti udienze a partire ufficialmente dal 25 novembre 2015 con una quarantina di testimoni alternatisi nell’aula di Bolzano), aveva condannato i due medici a due anni e la funzionaria Bottiglieri a nove mesi, aumentando le richieste del pubblico ministero che per Bottiglieri aveva chiesto addirittura l’assoluzione.

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Italian Graffiti / Ricci Bitti: parole d'ordine, rispetto e coraggio

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Martedì 9 Giugno 2020

 

ricci-bitti-2020 

 

Esaminiamo con Francesco Ricci Bitti, il dirigente italiano di maggior rilievo internazionale, lo stato dell’arte dello sport nazionale quale si è andato configurando a 18 mesi dall’entrata in vigore della “Riforma” voluta dal Governo. Con qualche suggerimento per i necessari correttivi.

Intervista con Francesco Ricci Bitti
di Gianfranco Colasante


(gfc) Presidente dell’ASOIF – l’Associazione delle Federazioni Internazionali – e membro della Giunta CONI, oltre che per i numerosi incarichi ricoperti nel passato e nel presente, Francesco Ricci Bitti deve ritenersi il dirigente sportivo italiano di maggiore notorietà e autorevolezza nel panorama internazionale. Dalla sua sede di Losanna si trova in una posizione privilegiata per incidere sugli indirizzi dell’universo olimpico, come stanno a testimoniare le scelte di Thomas Bach che, proprio in questi giorni, lo ha chiamato a far parte di sei delle Commissioni del CIO, un riconoscimento mai attribuito prima. Sin dall’avvio della “Riforma”, la sua posizione è stata – se non la sola – la più critica nei confronti degli eventi che in buona sostanza hanno aperto più di una crepa nell’unitarietà dello sport nazionale, un valore che per oltre settant’anni aveva costituito un esempio da seguire ed imitare. All’ombra di due Esecutivi di diverso colore, ma sempre con il M5S come collante, anche la società “Sport e Salute” – braccio armato della “Riforma” sul fronte promozionale ed esclusiva titolare dei fondi pubblici per lo Sport – in pochi mesi ha dovuto cambiare due volte il suo management, circostanza che non ha facilitato i rapporti e le coincidenze con lo sport olimpico. Non bastasse, la crisi causata dalla pandemia – i cui effetti a breve e lungo periodo si annunciano molto preoccupanti per il nostro Paese – sta rendendo tutto più complicato. Come se ne può uscire con reciproco vantaggio? Non sarà facile, ma necessario. In questa intervista, il presidente Ricci Bitti compie una analisi del fenomeno sportivo italiano alla luce di questi scenari, ma soprattutto indica le strade da percorrere per uscire dal clima di una fin troppo accesa conflittualità.

– Malgrado le maglie dell’ermetica comunicazione istituzionale, in occasione della riunione di Giunta dello scorso mese si è parlato di uno scontro tra lei e il ministro Spadafora. Ci può chiarire cosa è effettivamente accaduto?

“Scontro è una parola eccessiva e, nel caso, non appropriata. Ho semplicemente colto l’occasione della presenza del Ministro alla Giunta per esprimere serenamente una riflessione sulla situazione dello sport italiano ed in particolare del CONI come istituzione.


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