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Fuorisacco / Calcio sempre in crescita (anche nei debiti)
Mercoledì 12 Agosto 2020
Sembra che un italiano su 12 abbia la testa nel pallone: questo dicono i dati dell'ultimo ReportCalcio (qui disponibile) della Figc, senza voler contare i 32 milioni di tifosi e gli oltre 16 che siedono davanti alle tv (l’audience sarebbe attorno a 2,3 miliardi). Bene, ma che cosa c'entra tutto questo col Comitato Olimpico?
Gianfranco Colasante
Quattro milioni e 600.mila praticanti, 1,4 milioni di tesserati, 12.127 società per un totale di 64.827 squadre, 570mila partite ufficiali disputate (per l’esattezza 568.573, come dire una ogni 55 secondi): il maggior movimento sportivo del Paese ha prodotto un impatto socio-economico pari a 3,854 miliardi di euro di ricavi generati dal settore professionistico e quasi 1,3 miliardi di contribuzione fiscale e previdenziale. Se poi si rileva che le perdite di gestione sono cresciute dell’84% (passando da 215 milioni del 2017-18 ai 395 del 2018-19) si nota che anche l’indebitamento generale del calcio ha raggiunto i 4,6 miliardi di euro (era di 4,27 la passata stagione).
Fatti&Misfatti / Supercoppa? Speriamo non sia una supercazzola
Lunedì 10 Agosto 2020
Ad ogni partita, per ora, saranno ammesse 125 persone, giocatori, arbitri, giornalisti (otto) compresi. Tutti hanno lavorato abbastanza bene per la vetrina. Siamo cautamente fiduciosi.
Oscar Eleni
Con in tasca il salvacondotto di Eddy Ottoz, campione di una generazione dove stavi bene perché ci litigavi, imparavi, soffrivi e gioivi davvero con loro, per arrampicarsi sui 93 tornanti che portano ai 1800 metri di Chamois, Val d’Aosta del caro e compianto Cesarino, malghe, boschi, rocce, un lago. Unico paese italiano senza auto. Esilio dorato dopo aver lasciato per strada i veleni. Buongiorno tristezza. Certo, ma qui sopra è diverso come avrebbe detto il professor Calvesi chiedendo ai suoi campioni di parlare con l’ostacolo, di non morirci sopra, di farla funzionare davvero quella gamba di richiamo.
I sentieri di Cimbricus / Uno slogan del nostro tempo
Lunedì 10 Agosto 2020
C’è anche il “nuovo stile Juve”, che prevede il licenziamento del tecnico che vince lo scudetto: eloquente sul vero obiettivo della società. Il problema è che quell’obiettivo non viene mai centrato. Anzi.
Giorgio Cimbrico
Pandemia e Italiamia: è lo slogan del nostro tempo. Perché, come avrete notato, tutti, in nome del dolce e avviluppante profitto, hanno scoperto, apro le virgolette, “le eccellenze italiane, il made in Italy, il paese più bello del mondo, i biscotti e la pasta fatti con grano italiano, la carne (anche quella di una catena globale, ndr) italiana, lo shampoo italiano (specie quello usato da un famosa nuotatrice e da un anziano portiere, ndr), assicurazioni orgogliosamente italiane”. Chiudo le virgolette ma potrei lasciarle aperte ancora a lungo.
Italian Graffiti / Se tre candidati vi sembran pochi ...
Venerdì 7 Agosto 2020
Il lockdown ha finora messo la sordina al confronto per la presidenza della federazione di atletica per il prossimo quadriennio. Per ora sono tre le candidature che hanno scoperto le carte. Ma la strada è ancora lunga, …
Gianfranco Colasante
Com’è noto, saranno (almeno) tre i candidati alle prossime elezioni per la presidenza della FIDAL. Per trovare lo stesso numero di pretendenti bisogna risalire al 20 novembre 1994, 35ª assemblea tenuta al CONI. Allora si presentarono il dimissionario Gianni Gola sfidato da Adriano Rossi e da Pietro Mennea. Si impose Gola col 53% delle preferenze davanti a Rossi cui andò il restante 47% dal momento che Mennea aveva annunciato il suo ritiro poco prima del voto. “Mi sono reso conto che l’atletica non ha ancora la forza per liberarsi da un meccanismo che la opprime da oltre trent’anni, ma resto a disposizione eventualmente come consigliere”, questo il nocciolo delle sue dichiarazioni. Ma anche come consigliere non gli andò meglio: raccolse solo una manciata di voti che lo portarono al 26° posto tra i quaranta che si spartirono le preferenze per sedere in consiglio.
I sentieri di Cimbricus / C'e' sempre spazio per la commozione
Mercoledì 5 Agosto 2020
I quarant’anni della vittoria di Pietro Mennea (cinque volte “recupera” e due volte “ha vinto”) e la morte di un suo vecchio e caro amico, Sergio Zavoli, mi hanno preso per mano e portato a far visita a Paolo Rosi.
Giorgio Cimbrico
Ricordo che ero di corta. Squilla il telefono: “E’ morto Rosi, fai cinquanta righe”. E io scoppiai a piangere. Non mi capita di frequente: un’altra volta capitò per Pino Dordoni. Scrissi le cinquanta righe provando a strizzare dentro la storia di Paolo e quella della comunanza che ci aveva portato in giro per il mondo. Come quella volta che tornando da Lisbona voleva convincermi che lui beveva meno whisky di me perché metteva il ghiaccio e un goccio di soda e io lo preferivo liscio o quando, volando tra Australia e Singapore, presentò a tutti Claudio Villa: “A Claudio, cantace ‘na canzone”.
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