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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Velocita' ed altre congetture

Venerdì 18 Giugno 2021

 

corsa-generica


Piccoli misteri crescono. In mancanza di riscontri diretti, casomai in pista, proviamo a mettere sul tavolo qualche pensiero in merito alla vexata quaestio dello sprint nostrano: che si sia ognun lo dice, dove sia …

Daniele Perboni

I fatti, aggiornati a ieri 17 giugno. Oggettivi. Incontrovertibili. Inamovibili. Stagioni 2020-21, indoor comprese. Marcell Jacob, ha gareggiato 27 volte. Filippo Tortu 14, con un’appariscente zero nell’inverno appena trascorso. È poco, è tanto? Consultando i sacri testi delle graduatorie, delle stagioni passate, remote, italiane, mondiali, lunari e del pianeta Bogden, l’iper-tatuato texano-gardesano viaggia nella parte bassa della classifica. Cioè si colloca fra quelli che non corrono tre volte a settimana, ma neppure una volta al mese. Il sardo-monzese invece …

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I sentieri di Cimbricus / Era doping o una fuga di mezzanotte?

Giovedì 17 Giugno 2021


doping-19 


Doping e dintorni, un collana di thriller con sempre nuovi titoli: se ne potrà mai venire a capo? Dubbio, ma una cosa è certa e provata: nulla stimola più la fantasia dei "fruitori" come una buona dose di nandrolone od affini.

Giorgio Cimbrico

L’ultimo a entrare in scena è il burrito di Shelby Houlihan, primatista USA dei 1500 e dei 5000, originaria di un posto che ha un bel nome, Sioux City, Iowa, uscita prepotentemente alla ribalta un paio d’anni fa con un sub 3’55” nei 1500. “C’è un baracchino vicino a casa, ho comprato un burrito e tutti sanno cosa danno ai maiali per allevarli”. Il maiale, specie quello magro, pare abbia bisogno di nandrolone. E la pena per chi presenta tracce di quello steroide nelle proprie urine è quattro anni di squalifica.

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Fatti&Misfatti / Un presidente (federale) vestito da veggente

Mercoledì 16 Giugno 2021


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“L’allenatore sostituito a metà del viaggio è una strada banale. I veri padroni del sistema sono quelli che trovano il successo con il generale che alla fine fucileranno volentieri. Il basket lo ha imparato da tempo.”

Oscar Eleni

Dall’isola degli sdentati per una intervista al pescatore sputato dalla megattera, con la curiosità di sapere se Pinocchio, più di Giona, gli ha svelato il segreto dei presidenti che vedono oltre. Allenatore alla griglia e il successo è quasi assicurato. A Bologna, nell’angolo degli stupidi, sapevano tutti che Djordjevic, dopo essersi scontrato con il padrone e la sua corte, sarebbe stato messo alla porta. Fischiato, pensavano loro, che già dopo l’eliminazione contro il Kazan, con Eurolega perduta, avevano la stessa faccia delle presidentesse che si preparavano a divorziare da Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, o, addirittura, cambiare città se i “brocchi” ingaggiati per questo avessero perduto in quel film sulla “Squadra più scassata della Lega”.

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Io non c'ero (11) / Lo psicodramma della Coppa America

Mercoledì 16 Giugno 2021

 

moro 

 

"La mia più gaglioffa sceneggiata: la sfida del “Moro di Venezia” da raccontare dopo aver guardato in TV le immagini che in California rimbalzavano da … Montecarlo. Bluffavo molto, mi vergognavo un po’."

Gian Paolo Ormezzano

Io c’ero davvero, con tanto di credenziali appese al collo, se ricordo bene addirittura due pezzi di cartone plastificato, uno con le mie generalità e fotografia, l’altro con il pass speciale per i locali del grattacielo dove stava il centro-stampa. Uno era una sorta di segno di riconoscimento per la gente che si incrociava lì a San Diego, California, con il Messico della peccaminosa Tijuana a portata addirittura di due tram in un tre quarti d’ora: trasbordo alla frontiera, a San Isidro quartiere di San Diego sud che in quel 1992 “vantava” ancora il lugubre primato di essere il posto in cui un uomo da solo aveva fatto più morti.

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Fuorisacco / La preziosa parabola culturale di Paola Pigni

Mercoledì 16 Giugno 2021

 

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(gfc) Stamani, nella chiesa di Ponte Milvio, si tengono le esequie della nostra più grande mezzofondista: una definizione corretta nei termini, ma che appare alquanto riduttiva rispetto alla dimensione umana di Paola e ai vertici della sua storia. Tra i tanti attestati che si sono riscorsi nelle ultime ore, ho scelto di proporvi uno scritto “pescato” sulla Rete e che, per profondità e motivi diversi, non meritava di confondersi nella massa.

Gianfranco Carabelli

Il lutto per la morte di Paola Pigni porta con sé il lutto per un certo tipo di cultura dello sport di altissimo livello. Paola non è stata solo l’atleta capace di battere record nazionali, europei e mondiali: è stata l’atleta che ha affrontato e superato i limiti culturali, sociali e antropologici che facevano dello sport femminile, in particolare di certi settori dell’atletica leggera, una sottospecie di quello maschile. Con sbarramenti considerati invalicabili, salvo avventurarsi su chine considerate contro natura per il “gentil” sesso.

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